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Mostra“La Geografia della Trasformazione”

Il Progetto è stato realizzato da Cristina Battistella - Fashion Designer

Lo scopo, forse il tentativo, è quello di ridefinire il perimetro e un nuovo paradigma dentro al quale si creano nuovi schemi legati alla sostenibilità, come in una sorta di ricostruzione di una realtà ideale. Nel perseguire il principio ormai generico in cui “nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma”, una volta rigenerata la materia prima, in questo caso da tessuti scartati o riciclati, essa stessa può rinascere in nuovi capi.
Nell’applicare l’opera d’arte ai capi di abbigliamento il significato intrinseco diventa legato alla durata, come se l’opera d’arte contaminasse positivamente il capo e ne limitasse altresì l’obsolescenza programmata. La trasformazione della materia mantiene quindi il valore del capo, il quale viene ulteriormente amplificato dall’intervento artistico. L’arte è la porta verso l’emozione e la riflessione su quale sia il valore che conduce a scegliere di indossare un determinato indumento. Gli artisti coinvolti (Marco Fantini, Ester Grossi, Claudia Matta, Silvia Mei, Elena Monzo, Elisa Rossi, Marta Sesana, Chiara Sorgato e Cristiano Tassinari – The Bank Contemporary Art Foundation) esprimono la loro visione sull’argomento personalizzando ciascuno un саро di abbigliamento. Si è creata quindi una sinergia tra il loro pensiero, la loro identità, il materiale utilizzato, la forma e il modello che nasconde, dissimula o promette.
Nel corso della storia, l’arte ha sottolineato il legame con la moda, entrambe unite dalla volontà di riformare la natura e trasformare il reale distinguendo uno stato sociale O l’identificazione di una generazione. Arte e Moda sono legati più di quanto si creda allo “scarto” in senso positivo sia chiaro, sia materiale che di pensiero, tanto che alcuni artisti contemporanei ne basano la loro poetica. L’arte come racconto e come sentimento del tempo, la moda come opera e comportamento non sono altro che lo specchio delle contraddizioni contemporanee, travestimento e arte dell’apparire, ma anche maschera e riflesso della crisi dell’io.

Sempre più spesso i nostri acquisti relativi al mondo della moda sono legati inesorabilmente al fast fashion. Sempre più spesso assistiamo ad un “mordi e fuggi” dell’acquisto impulsivo e compulsivo a basso prezzo senza dare un giusto VALORE a ciò che scegliamo di indossare. Non consideriamo più quanto e quale impegno umano ci sia dietro ad ogni singolo capo di abbigliamento. Non pensiamo, nell’istante in cui acquistiamo quanto dovrà durare quel capo sottoponendo la qualità del capo stesso al nostro insindacabile giudizio. E l’emozione che fine ha fatto? “Personalmente ho sempre considerato il vestire “cibo per l’anima” al pari di una bella lettura o guardare un’opera d’arte, un qualcosa che ci rappresenta e che fa parte di noi stessi, della vita che si stratifica attraverso le nostre esperienze. Perché quindi non farlo bene? Perché non insegnarlo alle nuove generazioni o ricordarlo alle trascorse? Perché non emozionarci più quando troviamo qualcosa di “fatto bene e con cura” che ci valorizza, che ci fa stare bene dal punto di vista estetico, ma non solo? Ecco perché è nato questo progetto, per riabituarci a dare il giusto valore a ciò che indossiamo. Non possiamo più permetterci di essere superficiali, nemmeno quando siamo difronte ad un armadio per decidere con che cosa usciremo di casa.” Il Project work è stato realizzato completamente da una filiera locale italiana con tessuti riciclati o naturali, in alcuni casi anche non tinti o trattati, oppure di fine pezza di produzione (leftovers) nel rispetto dei canoni sostenibili. La fase finale del progetto prevede la vendita dei capi e delle opere attraverso un’asta il cui ricavato sarà devoluto in beneficenza.

Mostra“La Geografia della Trasformazione”

Il Progetto è stato realizzato da Cristina Battistella - Fashion Designer

Lo scopo, forse il tentativo, è quello di ridefinire il perimetro e un nuovo paradigma dentro al quale si creano nuovi schemi legati alla sostenibilità, come in una sorta di ricostruzione di una realtà ideale. Nel perseguire il principio ormai generico in cui “nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma”, una volta rigenerata la materia prima, in questo caso da tessuti scartati o riciclati, essa stessa può rinascere in nuovi capi.
Nell’applicare l’opera d’arte ai capi di abbigliamento il significato intrinseco diventa legato alla durata, come se l’opera d’arte contaminasse positivamente il capo e ne limitasse altresì l’obsolescenza programmata. La trasformazione della materia mantiene quindi il valore del capo, il quale viene ulteriormente amplificato dall’intervento artistico. L’arte è la porta verso l’emozione e la riflessione su quale sia il valore che conduce a scegliere di indossare un determinato indumento. Gli artisti coinvolti (Marco Fantini, Ester Grossi, Claudia Matta, Silvia Mei, Elena Monzo, Elisa Rossi, Marta Sesana, Chiara Sorgato e Cristiano Tassinari – The Bank Contemporary Art Foundation) esprimono la loro visione sull’argomento personalizzando ciascuno un саро di abbigliamento. Si è creata quindi una sinergia tra il loro pensiero, la loro identità, il materiale utilizzato, la forma e il modello che nasconde, dissimula o promette.
Nel corso della storia, l’arte ha sottolineato il legame con la moda, entrambe unite dalla volontà di riformare la natura e trasformare il reale distinguendo uno stato sociale O l’identificazione di una generazione. Arte e Moda sono legati più di quanto si creda allo “scarto” in senso positivo sia chiaro, sia materiale che di pensiero, tanto che alcuni artisti contemporanei ne basano la loro poetica. L’arte come racconto e come sentimento del tempo, la moda come opera e comportamento non sono altro che lo specchio delle contraddizioni contemporanee, travestimento e arte dell’apparire, ma anche maschera e riflesso della crisi dell’io.

Sempre più spesso i nostri acquisti relativi al mondo della moda sono legati inesorabilmente al fast fashion. Sempre più spesso assistiamo ad un “mordi e fuggi” dell’acquisto impulsivo e compulsivo a basso prezzo senza dare un giusto VALORE a ciò che scegliamo di indossare. Non consideriamo più quanto e quale impegno umano ci sia dietro ad ogni singolo capo di abbigliamento. Non pensiamo, nell’istante in cui acquistiamo quanto dovrà durare quel capo sottoponendo la qualità del capo stesso al nostro insindacabile giudizio. E l’emozione che fine ha fatto? “Personalmente ho sempre considerato il vestire “cibo per l’anima” al pari di una bella lettura o guardare un’opera d’arte, un qualcosa che ci rappresenta e che fa parte di noi stessi, della vita che si stratifica attraverso le nostre esperienze. Perché quindi non farlo bene? Perché non insegnarlo alle nuove generazioni o ricordarlo alle trascorse? Perché non emozionarci più quando troviamo qualcosa di “fatto bene e con cura” che ci valorizza, che ci fa stare bene dal punto di vista estetico, ma non solo? Ecco perché è nato questo progetto, per riabituarci a dare il giusto valore a ciò che indossiamo. Non possiamo più permetterci di essere superficiali, nemmeno quando siamo difronte ad un armadio per decidere con che cosa usciremo di casa.” Il Project work è stato realizzato completamente da una filiera locale italiana con tessuti riciclati o naturali, in alcuni casi anche non tinti o trattati, oppure di fine pezza di produzione (leftovers) nel rispetto dei canoni sostenibili. La fase finale del progetto prevede la vendita dei capi e delle opere attraverso un’asta il cui ricavato sarà devoluto in beneficenza.

Segreti

2023 - Chiara Sorgato

Olio su tela di lino bio piccolo pannello applicato su
Camicia a trapezio con maniche a sbuffo in viscosa/seta di fine produzione.

Quanti segreti nascondiamo? Quanta verità esiste in ciò che dichiariamo soprattutto in tema di sostenibilità?
Una tasca nella quale nascondere i quattro segreti più difficili da confessare, a volte anche a se stessi. L’opera raffigura un carillon la cui etimologia è “quattro campane”. Nel piccolo lavoro i quattro elementi sono proprio i segreti, quelli più comuni e più perturbanti, angoscianti, ovvero: l’aver fatto del male a qualcuno, avere una dipendenza, nascondere la propria, reale, condizione economica e aver tradito qualcuno.

RIOT

2023 - Claudia Matta

Olio su colletto in tela di lino bio
Tuta con pantaloni over in tela di cotone greggio(recuperato da produzione)

È l’irrequietezza che prende forma. È la sommossa che si fa rigore. Per un consumo cosciente e consapevole. (C’è il bisogno di una presa di coscienza, di una ribellione intellettuale).

Beauvoulard

2023 - Cristiano Tassinari

Acquaforte su Foulard in raso di seta

Il foulard nasce su invito di Cristina ed é uno spin-off del progetto Gli Uomini delle Scintille, presentato alla galleria Ncontemporary nel 2023.
Il progetto dal quale nasce Gli Uomini delle Scintille indaga il rapporto con la figura paterna attraverso l’utilizzo di alcune figure maschili. Parte della mostra un’installazione di fiori dioici maschi riflette sulle credenze condivise e trasmesse su quelle che sono e devono essere i comportamenti in relazione all’appartenenza di genere. I disegni di fiori multicolore realizzati sul foulard sono fiori maschili di Ortica, pianta anch’essa dioica che per la riproduzione necessita del fiore maschile. Il nome del lavoro invece è la crasi tra foulard e Simone de Beauvoir, un piccolo omaggio alla scrittrice attivista femminista francese nota per raccogliere i capelli in un turbante.

Eyes Tree

2023 - Elena Monzo

Colori ad acqua, inchiostri e caffè su seta biopannello applicato su
Cappotto over con manica a chimono in panno pratese rigenerato e filo Cordura

La vista si dissolve nel vuoto volgendo lo sguardo al passato, quasi a riconoscere le nostre mancanze e le nostre colpe. La metamorfosi vegetale su di noi prende forma. Guardiamo al futuro con occhi nuovi, qualcosa è cambiato, non siamo più gli stessi. Si fa strada una nuova consapevolezza. Saremo in grado di essere più sostenibili?

Corredo

2023 - Elisa Rossi

Acrilico su pannello di seta applicato su
Caftano lungo in georgette di seta

L’idea dell’intervento pittorico sull’abito di Cristina nasce da una conversazione riguardante la tematica dell’eleganza della moda contemporanea. Per me l’eleganza è qualcosa di celato, non esibito. È la consapevolezza di indossare qualcosa di unico e prezioso per instaurare un dialogo silenzioso con noi stessi. È un gesto d’amore, una carezza per celebrare il nostro valore personale. Ma l’eleganza è anche il ricordo (merletto) di noi che lasciamo agli altri, è iò che senza parole, racconta la nostra storia.

Nervature

2023 - Ester Grossi

Acrilico su tela di lino bio pannello applicato su
Tubino longuette in lino bio e seta

Nervature come cuciture. Le nervature, infatti, disegnano le foglie, come le cuciture delineano le forme di un abito. Entrambi sono come architetture, geometrie, ricami, ramificazioni essenziali, che strutturandone la complessità formale, consentono alla foglia e all’abito di vivere.

This is not a Fashion garment

2023 - Marco Fantini

Pennarelli acrilici su Sahariana over in tela di cotone (da eccedenza di produzione)

La vita che vivo si riversa, giorno dopo giorno, in qualche luogo che la custodisce e protegge da ogni possibile rimozione. Non so definire l’essenza di tale spazio ma so che al suo interno ogni singolo pezzo di vita vissuta viene rigorosamente sottoposto all’indagine delle sue cause ed effetti. Da qualche parte lì dentro la vita si trasforma in mera speculazione. E poi giunge il momento in cui le speculazioni sui fatti devono dare spazio ad altri fatti su cui speculare. Esse hanno centrifugato, masticato e digerito quello che si doveva assimilare ed è giunto il momento di espellere le eccedenze non più assimilabili, ovvero, gli scarti di materia resi tali dalla macchina speculativa. Una mia opera accoglie tali scarti e li riorganizza donando ad ognuno di essi nuove possibili interazioni. È un puzzle dove inizialmente nessuno degli elementi combacia con l’altro. È il momento in cui la tela chiede di ridisegnare i confini di ogni singola tessera e di crearne di nuove affinché la realtà di quel nuovo paesaggio possa sussistere. Alla fine credo che l’atto di dipingere rappresenti per me un’occasione rigenerativa. Quei fatti oramai giunti al collasso e destinati alla spazzatura dell’inconscio potranno forse vivere nuova vita e trovare un posto tra le possibili cause che, giorno dopo giorno, mi determinano come persona.

Alternativa

2023 - Marta Sesana

Olii su tele di lino bio applicate su Abito sfalsato con frange in linone (recuperato da produzione)

Lavorando sulla figurazione in modo inedito, fra resa oggettiva e creatività visionaria, la vegetazione e gli animali “umanizzati” hanno il potenziale di tratteggiare storie di un possibile mondo alternativo. La narrazione costruita intorno alla potenza comunicativa del colore e della natura ancestrale, si fa pretesto per auspicare una diversa disposizione verso l’ecosistema che abitiamo e la salvaguardia dello stesso. Ci riusciremo?

La veste dell'anima

2023 - Silvia Mei

Olio su tela di cotone bio applicato sfalsato su Gonna a grandi pieghe sovrapposte in cotone bio

Su uno sfondo verde, il suo complementare, designa chi abita questo colore, l’uomo. Il suo volto galleggia allineato ad altrettanti uomini, come pianeti fluttuanti in un costante equilibrio per vivere. Ho voluto evidenziare l’assoluta importanza delle scelte individuali sull’impatto ambientale del nostro ecosistema. Se le falde acquifere sono reflue, i sistemi inquinati, se il cibo e gli indumenti contengono plastica, se il paesaggio diventa discarica, se il fuoco diventa emissione e il lavoro morte e soppressione, che vantaggio ne traiamo a renderci complici di questo imperituro disastro? Partendo da me stessa vorrei che questi verdi abiti possano essere da monito ricordando il principio delle tre R che, simbolicamente, ho attribuito a ciascuna testa pensante.

MAIN SPONSOR

Settimana della sostenibilità 2023 - Intesa San Paolo logo

CON IL CONTRIBUTO DI

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SI RINGRAZIA PER LA COLLABORAZIONE

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Settimana della sostenibilità 2023 - Kora Comunicazione
Settimana della sostenibilità 2023 - Luca Milanese

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La Settimana della Sostenibilità

Il concetto di sostenibilità è oggi sempre più al centro dell’attenzione e si traduce in un forte impegno dell’intera comunità nel ridurre il proprio impatto sul Pianeta e nel favorire il benessere sociale ed economico della società.

Confindustria Veneto Est promuove la sostenibilità quale uno dei fondamenti dello sviluppo delle imprese del territorio, ed organizza la Settimana della Sostenibilità per promuovere il dialogo e il confronto tra le esperienze imprenditoriali, quelle delle scuole, dei centri di ricerca, delle start up e delle Amministrazioni pubbliche del nostro territorio, da Padova a Venezia a Treviso e Rovigo.

L’obiettivo è riuscire ad affrontare in modo sistematico i temi della sostenibilità nei tre aspetti relativi all’ambiente, al sociale e all’economia, scambiare buone pratiche, definire un comune linguaggio e attivare nuove collaborazioni.